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Un paese senza Speranza? Magari!

il blog di stefano Jul 17, 2022

Forse la forma di stivale scalcagnato che la sorte ha sarcasticamente attribuito all’Italia non è casuale. Qui è tutto paradossale, tutto rovesciato, tutto farsesco.

In un palcoscenico simile, chi meglio di tale Roberto Speranza potrebbe rappresentare il popolo italiano?

Potrebbe sembrare bizzarro che ad un personaggio simile si affidi la conduzione della salute di un popolo, ma, stante lo scenario, siamo nell’assoluta coerenza.

Già più volte, a ritmo incalzante, Speranza aveva dato prova del suo quoziente intellettivo, della sua cultura e della sua moralità, e credo che esprimere la mia opinione in proposito sia del tutto superfluo. Ognuno si faccia la sua, forte dell’articolo 21 della Costituzione.

L’ultimo numero del signor ministro ha avuto per palcoscenico una delle tante TV di regime sul quale ha avuto occasione di esibirsi a proposito della recente sentenza del Tribunale di Firenze (https://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/22_luglio_13/i-vaccini-sono-pericolosi-cosi-giudice-firenze-reintegra-lavoro-psicologa-no-vax-6b4dbab2-02ac-11ed-a850-8c12b0119557.shtml e https://www.freehealthacademy.com/blog/il-libero-arbitrio).

In quell’occasione il giudice non fece altro che applicare la legge e sentenziare secondo la giustizia più ovvia. Questo, però, non può essere accettabile in un paese dove vige la più feroce dittatura della storia umana, una dittatura attraverso cui si arriva ad impadronirsi dei corpi e delle generazioni a venire. E, allora, da ministro, l’ineffabile Speranza spara: «Per cultura politica rispetto sempre il lavoro dei magistrati, ma questa sentenza è assolutamente irricevibile e priva di ogni evidenza scientifica. È una sentenza di cui dobbiamo vergognarci».

Senza voler infierire, sarebbe interessante essere messi al corrente di quale mai sia la “cultura politica” del personaggio. Non basta un pezzo di carta stampato per certificare una cultura, e quando ci si trova di fronte a dichiarazioni del genere, per di più supportate da un passato inequivocabile, non possono non sorgere fieri dubbi. Nel momento, poi, in cui si sente il personaggio asserire che la sentenza è “priva di ogni evidenza scientifica” si travalica ogni limite di becera comicità. Se il personaggio è in malafede, ogni discussione è inutile. Se, invece, è davvero convinto dell’enormità che ha detto, senza perdere tempo a spiegargli che cosa significa scientifico, lo si accompagna gentilmente alla porta, invitandolo a ritirarsi a vita privata, se non altro per evitare danni che, chissà, il futuro potrebbe malauguratamente riservargli, se mai un giorno l’Italia avesse un parlamento degno di quel nome.

Ma dove la comicità lascia spazio ad altro è nell’ultima frase, quella in cui il signor ministro dichiara il “nostro dovere” di vergognarci di una sentenza, peraltro ineccepibile. E qui, se noi avessimo un parlamento degno di quel nome come sopra, a Speranza non sarebbe più concesso di metterci piede.

Quanto a me, ogni volta che incontro qualche scienziato straniero, mi è impossibile non vergognarmi del ministro della salute che mi ritrovo. Inutile dire che non sono d’accordo: in democrazia non funziona così. Ma – mi domando – se la democrazia è stata incenerita?

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