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Sant'Ambrogio a Bologna

il blog di stefano Jun 11, 2022

Non so se la si studi ancora a memoria. Magari, oggi non la si legge neppure.

Sto pensando a quella che forse è la più bella poesia di quel poeta profondo e leggero che fu Giuseppe Giusti, lucchesse della provincia oggi pistoiese, morto quarantenne a metà dell’Ottocento. “Sant’Ambrogio” è il titolo.

Molto in breve, in quei versi si descrive come i soldati delle truppe austroungariche d’occupazione fossero uomini esattamente come gli occupati, e come anch’essi fossero vittime di un potere che li schiacciava, rendendoli schiavi e “strumenti ciechi d’occhiuta rapina”. A peggiorare la situazione per loro c’era il fatto di essere odiati da chi da loro veniva oppresso “per dovere.”

Ben oltre un secolo più tardi, Pier Paolo Pasolini esprimeva un concetto analogo a proposito degli “odiati” poliziotti.

Quando, la sera del 7 giugno scorso, mi sono trovato davanti alla sede bolognese dell’Ordine dei medici insieme ad almeno altre duemila persone, tutte riunite a sostegno di quell’eroico antieroe dei nostri tempi che è il dottor Fabio Milani, strada ed edificio erano presidiati da un numero piuttosto cospicuo di poliziotti, inclusi alcuni in borghese, riconoscibili, se non altro, dal fatto di portare a tracolla una radio ricetrasmittente.

Evidentemente, si temeva che chi si era riunito quella sera potesse costituire un pericolo. Qui occorre precisare che, di solito, si tende a vedere nell’altro il proprio riflesso. Insomma, il violento ritiene che tutti siano come loro. Il che, nel caso specifico, era quanto di più lontano possibile dalla realtà: i violenti non erano quelli fuori. Chi c’era ne può testimoniare il civilissimo comportamento.

Quando mia moglie ed io chiedemmo il permesso ai poliziotti di entrare nel palazzo per assistere al “processo”, ci trovammo a confrontarci con un tale, vestito in borghese, che non ebbe il coraggio di qualificarsi e che, comunque, c’impedì l’ingresso.

Lasciando da parte il comportamento nei nostri confronti di chi, sempre evitando di qualificarsi, ci respinse quando avvicinammo un'altra porta dell'edificio, ciò che mi ha fatto davvero pena è stata l’espressione di tanti poliziotti, perfettamente consci di che cosa stavano facendo e contro chi. Certo, si deve portare a casa la pagnotta. Però…

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