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Le scie chimiche, il Kaiser e altro

il blog di stefano Jun 25, 2023

Che il mondo istituzionale si presti ad ubbidire ad ordini provenienti da un salottino onnipotente, con l’aggettivo applicato solo a questa società, è un fatto su cui mi pare ozioso insistere. Che non si esiti ad esibirsi in certe esternazioni come quelle del tipo “chi non si vaccina muore” o come quelle che riportano la “strage londinese per morbillo” è cosa che dovrebbe essere d’interesse della psichiatria prima che della magistratura (ambedue assenti.) Eppure, la stragrande maggioranza del popolo ne è entusiasta.

Occorre, però, essere obiettivi: i ciarlatani allignano rigogliosi anche nel campo avverso.

Un esempio tra i non pochi è quello che riguarda le scie chimiche, un fenomeno al quale chiunque può assistere quasi quotidianamente. Scie di condensazione? Beh, lo dicono anche riviste “scientifiche,” e fanno acrobazie, magari un po’ goffe, per spiegarne l’origine. Nella vecchia Bologna si diceva “lo dia da intendere al Kaiser: forse ci crederà” e lo si cantava pure su un’aria del Fra Diavolo di Auber (allora la cultura esisteva.)

Da anni un gruppo di personaggi che “stanno dall’altra parte” e che devono in qualche modo sbarcare il lunario si occupa delle scie, e lo fa “scientificamente.” Costoro non esitano a stamparsi in casa una laurea o a sostenere di aver eseguito analisi su quelle strisce, e questo anche se la laurea non esiste e mai si è eseguita un’analisi.

Forse sarà opportuno chiarire per l’ennesima volta che raccattare polvere per terra non ha il minimo significato. Questo, se non altro, perché la scia è a qualche chilometro di altezza, in balia quanto meno del vento oltre che dell’ovvia dispersione, mentre in basso, molto più in basso, vengono emesse continuamente quantità tutt’altro che indifferenti di polveri da traffico automobilistico, da lavorazioni industriali, da inceneritori di rifiuti, da riscaldamento domestico, da fonti naturali quali l’erosione del terreno e delle rocce, e quant’altro.

La sola possibilità scientificamente sostenibile è quella di campionare la scia direttamente dove viene prodotta, cosa che non è mai stata fatta, checché si racconti.

Deve essere chiaro che stravaganze come quelle di cui ho accennato sono una manna dal cielo per chi quelle scie le produce, perché dal punto di vista tecnico, oltre che scientifico, sono ridicole.

Per quanto mi riguarda, tralasciando i saggi da osteria che “sanno” di una mia “collusione con i poteri forti,” io mi limito a sorridere. Non ho dati per fare i conti, ma credo che il giro d’affari delle cialtronerie sulle scie chimiche ammonti ormai a qualche milione, comunque una cifra che coprirebbe decine di volte i costi di un prelievo e di un’analisi affidabili. Se si preferisce continuare a dare credito a certi personaggi e a mantenerli, è cosa che non mi riguarda. Prego solo di non continuare ad interpellarmi sull’argomento, per il semplice motivo che, a differenza del “virologi” da una parte e degli “scienziati delle scie” dall’altra, io mi esprimo solo se ho dati miei da mostrare. E quei dati io non ce li ho, né si può pretendere da me che io dia credito a chi non soddisfa i requisiti per meritarlo.

Aggiungo, per finire, che anni fa, per due volte, noi analizzammo campioni che ci si assicuravano appartenenti ad una scia. Di fatto era normalissima polvere ambientale come si trova ovunque.

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