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La vita è sogno

il blog di stefano Oct 16, 2023

Da che l’Homo sapiens perde tempo ad impiegare il cervello per elucubrare su quanto di più vacuo possa esistere, filosofi di ogni calibro si sono esibiti sulla loro versione di risposta alla domanda relativa a che cosa sia la realtà.

Quale vantaggio ci possa garantire disporre della risposta giusta non saprei dire. Tanto, l’Homo sapiens continuerà imperterrito a vivere, ognuno, secondo la propria illusione.

È di questi giorni lo “scandalo” dei calciatori impegnati a scommettere montagne di quattrini sull’esito delle partite dello sport cui si sono dedicati, cosa, ovviamente, vietata dalle regole. Ma che cosa c’è di più eccitante di infrangerle, quelle regole? E poi, a quei ragazzotti i soldi arrivano a valanga, e non si rendono conto di quale sia il loro significato. Chi, interessandosi di calcio, non ha assistito a interminabili dibattiti televisivi di addetti ai lavori che discettano, e, magari, pure si accapigliano, per stabilire quanti milioni l’anno (per chi non lo sapesse, al netto delle tasse) “merita” questo o quel giocatore? La loro realtà è quella.

Non è, poi, così raro che il sogno termini con un brusco risveglio o, peggio, con un incubo. Senza fare ingiustamente d’ogni erba un fascio, non sono pochi quei giovanotti che, dopo un breve periodo della loro vita nel quale qualcuno li solleva da ogni contatto con quanto di ruvido e di sgradevole comportano, tanto per fare qualche esempio, la burocrazia arrogante e idiota, il solo fare la fila alla posta, o pagare il bollo dell’automobile, o aspettare che il servizio sanitario gli conceda un appuntamento perché ha mal di pancia, si ritrovano spaesati. C’è chi, a carriera finita, si rovina in pochi anni, e c’è, addirittura, chi ci arriva indebitato fino al collo.

E qual è la realtà schizofrenica del Bar Sport? Frequentatori in cassa integrazione, part time, a tempo determinato, sospesi a stipendio zero strepitano, sostenendo che la loro squadra del cuore non può permettersi di perdere il tal giocatore semplicemente perché quello pretende “giustamente” un “ritocchino” di qualche milione in più.

Qualche giorno fa, mentre ero in automobile e avevo la radio accesa, sentivo un tale che protestava perché, per andare a Gedda (Arabia Saudita) ad assistere alla fase finale della Supercoppa Italiana di calcio avrebbe dovuto spendere un sacco di soldi. Il verbo usato era dovere. E un altro protestava perché, per vedere in TV le partite della sua squadra era costretto (verbo costringere) ad abbonarsi a più reti televisive a pagamento. E chi non ha sentito i vari telecronisti definire “eroici” i tifosi che si sono sobbarcati l’incomodo di seguire (gratis?) la propria squadra in capo al mondo?

E, allora, qual è la realtà?

Lungi da me il criticare o, peggio ancora, il moraleggiare. Mi si conceda solo d’interrogarmi: qual è la realtà?

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