Che cosa dice Gioia Locati?

In questo nuovo mondo capovolto dalla saggezza dei suoi padroni, mi domando come Gioia Locati, persona squisita e coraggiosa, riesca ancora a non essere censurata.

Su quanto Gioia ha scritto all’indirizzo https://blog.ilgiornale.it/locati/2023/11/01/vaccinare-se-stessi-per-proteggere-gli-altri-contro-il-covid-non-funziona/  vorrei aggiungere appena qualcosa.

Non entrerò nei numeri delle statistiche e sul loro significato. Si tratta di cose sempre opinabili, perché, come abbiamo visto innumerevoli volte, basta cambiare una rotellina apparentemente insignificante dell’ingranaggio per ottenere ciò che si vuole. Chi ha letto la famosa poesia di Trilussa sul pollo statistico o ricorda che Desmond McHale, matematico irlandese, affermò ironicamente che l’essere umano medio ha una mammella e un testicolo se ne rende conto subito.

Senza entrare nelle statistiche, il manzoniano sugo della storia è tutto ampiamente noto, almeno a spanne.

Del resto, le case farmaceutiche stesse ce lo hanno candidamente rivelato addirittura nella sede del Parlamento Europeo, e non poco è riportato nella loro documentazione. E allora? Allora è inevitabile scivolare negli andreottiani cattivi pensieri, magari, rigettandoli poi come si rigetta un atto di fede che si è prestato e che brucia smentire.

Quelli che sono etichettati come vaccini, vaccini non sono, non fosse altro che perché non contengono il patogeno in alcuna forma. L’atto di distorcere la definizione di vaccino, per goffo e grottesco che sia, ha ottenuto un successo universale, coinvolgendo non solo politici, giornalisti, e faccendieri di ogni sorta, non solo il popolo, ma addirittura una gran parte dei medici, una categoria su cui preferisco non addentrarmi, sia per la pietà umana sia per il rispetto e finanche l’ammirazione dovuti a chi tra loro ha avuto il coraggio dell’onestà.

In secondo luogo, va aggiunto che nessun vaccino è mai stato sperimentato secondo le regole, piaccia o no addirittura ai signori medici che di tecnica farmaceutica sanno ben poco.

Terzo: siamo stati ripetutamente informati che è indispensabile sfoltire la popolazione che abita il Pianeta, e sull’uso per quello scopo dei vaccini o degli pseudo-tali, che allora non esistevano, Rudolf Steiner ci avvertì già nel lontano 1917.

Continuando, pare che il mondo accetti bovinamente che esistano “vaccini” (virgolette) su cui è vietato indagare e, per questo, con un colpo di genio e di arroganza, sono stati trasformati in segreto militare. Prescindendo dal sospetto di corruzione, un sospetto che respingo con orrore, solo un cerebroleso può accettare un’enormità simile.

Lasciando da parte non pochi altri aspetti del problema, aspetti in molti casi scottanti, ci si potrebbe interrogare sul perché nessuno si assuma la responsabilità relativa alle conseguenze di una somministrazione forzata o volontaria che sia; sul perché si sottragga correntemente al soggetto la possibilità di prendere conoscenza e coscienza della documentazione prodotta da chi fabbrica quelle sostanze, e sul perché solo una piccolissima frazione degli effetti collaterali risultanti dalle somministrazioni venga comunicata a chi dovrebbe istituzionalmente raccogliere in modo freddo i dati.

Perché, a fronte di evidenze lampanti, evidenze su cui è di fatto impossibile dibattere pubblicamente come preteso dalla Costituzione (art. 21 e art. 33) oltre che dalle regole della scienza, si continui imperterriti con la farsa tragica delle “vaccinazioni” e di tutti i riti al seguito, peraltro in parte vietati dalla legge, (lockdown, maschere, guanti, abluzioni, ecc.) che, palesemente, sono state un fallimento resta un mistero, sempre che il loro scopo reale sia stato, e resti, quello di arrestare la “pandemia” (di nuovo, virgolette). Questo, a meno che l’obiettivo non sia quello che tormenta chi coltiva i cattivi pensieri di cui sopra.

Siamo in troppi? Magari, qualche propugnatore dell’idea per il risanamento del Pianeta cominci a dare il buon esempio.