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Buon sonno, cervello!

il blog di stefano Apr 16, 2024

Sì, lo so: sono vecchio e decisamente fuori moda. Il mondo non ha bisogno di me e io, per quanto mi riguarda, non ho bisogno di un mondo in cui non riesco proprio a riconoscermi.

Da qualche settimana, non so perché, io vengo interrogato da più parti sul tema della cosiddetta intelligenza artificiale: un’antinomia per me incomprensibile. Come possa l’intelligenza essere artificiale mi resta misterioso, ma, come ho detto, dei ruderi di una civiltà ormai in disfacimento non si può né si deve tenere conto. Il mondo ha imboccato una strada che diverge dalla mia, e il “progresso”...

Io ho sempre pensato, senza mai perderci tempo sopra, parendomi la cosa del tutto ovvia, che l’intelligenza sia una caratteristica pertinente all’essere vivente, con l’Homo sapiens che, capace com’è di ragionamenti complessi, supera qualunque altro inquilino della Terra.

Attenzione: io non ho detto che l’Uomo è il più saggio tra gli esseri viventi: è solo il più intelligente, e l’intelligenza può essere usata in una ragguardevole varietà di applicazioni, giù fino a quelle più basse e disonorevoli come la furberia e la disonestà.

Chiunque mi può smentire liberamente, anche se io non ho nessuna voglia d’imbarcarmi nella discussione, ma per me l’intelligenza include non solo la capacità di elaborare dati, ma quella di cambiare idea, di dibattere, di provare un repertorio nutritissimo di sentimenti, di avere senso dell’umorismo... La macchinetta, invece, è gelidamente invariabile. La macchinetta corre su binari da cui non deraglia, e che importa dove sta il capolinea?

La prima aggravante è che quella funziona (non dirò mai “ragiona”) secondo quanto il suo creatore le ha infilato dentro. Quindi, la macchinetta dispone solo di quanto si vuole che disponga. Se manca qualcosa, per importante che sia, persino per stravolgente che sia, quel qualcosa non potrà tecnicamente entrare nelle elaborazioni, e le conclusioni saranno potenzialmente deficitarie. La macchinetta non ha dubbi come, invece, ha lo scienziato, ma ha solo certezze: quelle di cui il suo creatore l’ha dotata. Piaccia o no, è sul dubbio e sul confronto che avanza la scienza, e questo avanzamento è solo un aspetto del progresso. L’altro aspetto è quello morale, dal latino mos, cioè il costume. Anche i costumi, cioè il modo etico di comportarsi, progredisce. E qui la macchinetta è impotente, a meno che il suo creatore non le abbia inserito istruzioni fondate sulla propria morale e su quelli la faccia funzionare.

La seconda aggravante è la fiducia illimitata che, nella sua pigrizia, l’Homo sapiens è stato addestrato a riporre nei suoi riguardi. “L’ha stabilito l’intelligenza artificiale” è un’asserzione che rende immune chiunque dalle proprie responsabilità.

Ora mi si permetta di riportare un piccolo episodio autobiografico.

Qualche giorno fa guidavo a passo d’uomo la mia automobile, intruppato nella fila lunghissima che la mattina procede verso la città. Mi trovato sulla corsia di sinistra all’altezza di una rotonda, una posizione che mi consentiva legalmente di entrare nella strada che avevo di fronte. Di fianco alla mia vettura, sulla corsia di destra, avevo un furgoncino. La regola vuole che chi procede su quella corsia abbandoni la rotonda imboccando la prima strada che si trova a destra. Lo so: quasi nessun italiano lo sa, ma è così. Comunque sia, d’improvviso, il furgoncino abbandona la sua corsia e mi stringe contro la rotonda, urtandomi.

Nulla di terribile, ovviamente, se non la giustificazione di chi aveva provocato il piccolissimo incidente: “Me l’ha detto il navigatore!” Il navigatore... Una forma elementare d’“intelligenza artificiale”. Insomma, più o meno, che c’entro io? Se lo ordina la vocetta artificiale...

In forma microscopica, questo è lo stato dell’arte: ciò che dice la macchinetta (ho detto dice e non ho detto decide perché la macchinetta non “decide” nulla, dato che le decisioni sono state prese con accuratezza dal suo creatore) è qualcosa che non si discute e di cui non si è responsabili.

Prevedere ciò che accadrà è fin troppo facile: il salottino buono, quello che fa da burattinaio ai governi che ad altro non sono deputati se non a trasmettere gli ordini ricevuti al popolo, ora nient’altro che bestiame da reddito, non fa altro che istruire le macchinette secondo i propri interessi, di qualsiasi interesse si tratti, al di là delle leggi umane e naturali.

Il futuro? Fate voi!

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