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Bevi e sii felice!

il blog di stefano Sep 29, 2022

Continuo a ricevere messaggi molto simili a condoglianze a proposito delle elezioni.

In diversi mi dicono di aver visto file corpose ai banchetti in cui si raccoglievano le firme per Vita, file cui loro stessi partecipavano, mentre in quelle di altri schieramenti non ci si accalcava di certo. Io stesso ho constatato come ai nostri comizi le presenze fossero spesso, anche se non sempre, numerose, quando, a poche centinaia di metri o a distanza di poco tempo, esponenti di altri partiti ricordavano molto la vox clamantis in deserto di San Giovanni Battista.

E con ciò?

Non abbiamo perso e basta: siamo stati massacrati da un popolo che ha detto con una chiarezza incontestabile che di noi non sa che farsene, e che preferisce di gran lunga perpetuare una situazione la cui felicità, evidentemente, io non sono stato capace di cogliere.

C’è chi lancia sospetti di brogli, ma ai brogli volgari io non credo. Le differenze di risultato sono troppo grandi, e se anche ci avessero truffato per i tre quarti dei voti, non ce l’avremmo fatta lo stesso.

Il giochetto sta nelle televisioni e nei giornali lacchè di regime, ormai quasi tutti, stanti gli aiutini riportati in Gazzetta Ufficiale. Noi eravamo costantemente ignorati, e dobbiamo ammettere che ottenere voti segue la stessa strategia che corre nel proporre un detersivo o un hamburger. Poco o nulla importano i contenuti reali: se il popolo non è dovutamente martellato con il nome del caso, non si vende niente.

A titolo di esempio, cito una delle pubblicità più annose e di maggior successo: “Bevete Coca Cola.” Che cosa ci dice quella frase? Di fatto nulla. In una frase brevissima noi siamo invitati a bere quella bevanda senza che ci sia offerta alcuna motivazione. Eppure… E si ponga mente anche al fatto che la sua formula non è mai stata rivelata. Dunque, la si beve al buio. Eppure, ogni giorno si aprono quasi due miliardi di bottiglie di quella bevanda. Non c’è niente di meglio? Forse no. Chissà.

Insomma, una campagna elettorale segue le regole di qualunque campagna commerciale, e a quelle regole non può altro che attenersi. Noi non l’abbiamo fatto, e questo per mille ragioni.

Tra i tanti errori che abbiamo commesso c’è l’aver fatto appello all’intelligenza di coloro ai quali ci rivolgevamo. I risultati sono evidenti, e adesso è inutile piangersi addosso.

Ora, a cose fatte, pensiamo a difenderci dalle conseguenze di un voto (e dei tanti non voti) che promette tempi durissimi.

Tanto per divertirci, conserviamo la documentazione di ciò che chi ha stravinto ci ha promesso, e confrontiamola con ciò che farà. Non perdiamo di vista la Corte costituzionale, magari tenendo aperto il testo della Costituzione. Non perdiamo di vista i vari ministeri, quello della salute in primis, dove potremmo rimpiangere quelli che fino a ieri sono stati i peggiori ministri della storia nazionale. E neppure illudiamoci di esserci liberati di Draghi, lo “statista” forte di zero voti che ha fatto il bello e il cattivo tempo (il bello, mai) senza che nessuno alzasse un dito.

La settimana scorsa il popolo ha deciso che dovremo farci un po’ di freddo, magari un po’ di fame, e chissà che altro, visto che non sarà difficile evocare un’“emergenza” che giustifichi qualunque enormità agli occhi del bestiame da reddito cui assomigliamo tanto. Ciò che non hanno fatti i “vaccini” faranno i nostri sacrifici per i “fratelli” ucraini. In fondo, c’è pure la possibilità di rima.

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