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Tutti giù per terra!

il blog di stefano Jun 14, 2023

È un luogo comune difficile da smentire: se tiri la corda e non ti fermi un attimo prima di raggiungere il suo limite di resistenza, questa si spezza.

Vero è che, se alla corda ora metaforica si sostituisce l’essere umano, occorre tenere conto della sua adattabilità e dei varchi che lascia aperti nei suoi meccanismi di ragionamento. Quindi, la nostra è una corda dotata di una certa allungabilità.

E sull’essere umano si lavora bene, trattandosi dell’unico animale ipnotizzabile con facilità. Fare leva sul sentimento della paura è un’arma sperimentata con grande successo da che l’Homo sapiens e, molto probabilmente, i suoi predecessori esistono. Appena meno efficace, ma non, poi, di molto, è la ripetizione martellante di un concetto, non importa se e quanto fallace. Le giaculatorie religiose e gl’insegnamenti di Joseph Goebbels ne sono esempi. Più o meno di pari efficacia è far passare per autorevole un ciarlatano qualunque, addestrato a sostenere stravaganze grottesche e ridicole funzionali alla corda tirata. I mezzi di comunicazione di cui il mondo dispone oggi consentono tutto questo con enorme facilità, e, se la stessa facilità esiste anche per chi “sta dall’altra parte”, basta giocare sull’adattabilità di cui ho detto e far accettare al popolo l’idea di non avere altro diritto se non quello di ubbidire a qualunque imposizione, per mortificante che questa sia. È così che la censura diventa un valore, e che libertà è un lemma di vocabolario indicante una condizione cancellata a vantaggio di un “mondo migliore”. La prole? Ammassi di cellule di proprietà di Big Brother. La salute? La scienza? La legge? Ma mi faccia il piacere! I sudditi felici rigettano indignati quella roba!

Ammetto di non provare alcuno stupore a fronte della stupidità dell’Homo sapiens, e dico questo già cosciente di fare erroneamente un fascio di qualunque erba.

Ciò che mi stupisce e che mi lascia davvero perplesso è constatare come chi dovrebbe avere ancora la mente funzionante non sfugga agli effetti degli attacchi di Big Brother.

Giusto un paio di esempi: un gruppo di medici certamente mossi da intenzioni lodevoli, chiede la radiazione di un certo “virologo” televisivo che, tra le non poche altre stravaganze, accusa i cosiddetti no-vax di essere violenti. Vabbè: teniamo conto della cultura e del quoziente intellettivo del personaggio ormai ridotto a macchietta e, magari, facciamoci una risata. Ciò che in qualche modo mi spaventa è l’ignoranza di quel gruppo di medici coraggiosi e benintenzionati, quando, nella loro protesta, scrivono che il cosiddetto “vaccino” anti-Covid è sperimentale. È evidente che costoro hanno assorbito, forse loro malgrado, le menzogne correnti. E, allora, da addetto ai lavori, non posso esimermi dal chiarire che quel prodotto non è affatto sperimentale perché la sperimentazione di qualunque farmaco deve necessariamente seguire un determinato iter, e quell’iter non è mai stato nemmeno iniziato. Per questo, il “vaccino” non solo non è in sperimentazione, ma, nella più generosa delle ipotesi, costituisce un atto di fede. Va da sé che chiunque può credere ciò che più gli aggrada, ma è indubitabile il fatto che qui non si può parlare di farmaco. Insomma, se i signori medici autori della richiesta di radiazione si acculturassero un po’, sarebbero più credibili. Naturalmente, credibilità o no, la loro missiva sarà dovutamente cestinata perché l’Ordine dei Medici ha interessi che non coincidono con la medicina ippocratica.

L’altro esempio è quello relativo al blogger che, tra allunaggi e crollo delle Torri Gemelle, si avventura in argomenti a lui del tutto sconosciuti ma su cui ha palesemente subito l’influenza di quel regime che pretende di contrastare. In una sua recentissima esternazione, questa persona comunica al suo pubblico che, per una volta, bene ha fatto il regime a vaccinare contro il tetano gli alluvionati romagnoli. A questo punto, a fronte di un’enormità così smaccata, mi accorgo che ben oltre mezzo secolo di studio e ricerca da parte mia è stato tempo perso.

Certo in buona fede, atteggiamenti e dichiarazioni del genere attestano il successo di Big Brother e lo rafforzano.

Io non dubito che prima o poi la corda si spezzerà, e questo, banalmente, perché Big Brother, ché, poder ch'elli abbia, non potrà mai violentare la chimica, la fisica, la fisiologia, la farmacologia e, insomma, la Natura, che di lui e delle sue arlecchinate s’infischia bellamente. Dove m’interrogo è su quando l’inevitabile rottura avverrà e su quanto sangue, non di rado offerto volontariamente, sarà stato versato nel frattempo.

Mi viene soltanto in mente un caso che può accadere: se la corda viene tirata dai due capi, e chi sta ad uno dei capi molla improvvisamente la presa...

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