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Mi candido per un vescovato

il blog di stefano Mar 21, 2023

Magari non mi fa onore, ma ammetto di non aver mai provato simpatia, meno che mai stima, per il ragionier Giuseppe Piero Grillo. Se mi fossi fidato della prima impressione, quella epidermica, il disagio che provai al nostro primo incontro, - e fu lui a venirmi a cercare: non certo io – avrei evitato una seconda occasione, riponendo nel dimenticatoio un personaggio di cui avevo ben scarsa memoria.

Invece... Invece non ascoltai mia moglie che si trovava allora in Giappone, sotto la neve, ad insegnare ad un’università, e andò diversamente: il ragioniere, allora nella fase di comico, mi onorò del suo interesse e, dopo poco più di un anno da quella allora superficiale conoscenza, sponsorizzò a modo suo la raccolta fondi per l’acquisto di un microscopio elettronico particolare (sia chiaro: sponsorizzò non significa che si sia mai separato da un centesimo di palanca), per poi, a successo conseguito, portare altrove l’oggetto del desiderio trasferendolo laddove restò “in sonno” per un anno e mezzo, prima di finire a valle, a qualche decina di chilometri di distanza, per un altro pisolino di diversi mesi. E fu un vero peccato: Il microscopio fu trasferito perché era stato promesso che si sarebbe occupato degli armadilli, non il simpatico Dasypus novemcinctus come si potrebbe equivocare, ma un crostaceo omonimo differenziato dal nome scientifico (Armadillium vulgare), animaletto la cui sorte ha sempre tenuto in ansia il popolo italiano. E noi che ci occupavamo di cancro... Beh, nonostante l’impellenza del caso, a dispetto dell’insistenza di una nazione intera che, in ambasce, pretendeva notizie sulla bestiola, niente armadilli.

Anni fa mi dedicai malinconicamente alla vicenda scrivendo un libro che, unico nella mia storia, non trovò mai un editore, e che si trova gratuitamente in rete (https://www.stefanomontanari.net/wp-content/uploads/2013/12/images_pdf_ilgrillomannaro.pdf ). Chi ne ha voglia, lo legga.

Se oggi dovessi riscriverlo, quel libro diventerebbe molto più lungo di Guerra e Pace, ma non si tema: non lo riscriverò.

Grillo non mi è mai stato simpatico – dicevo – né ho mai provato stima nei suoi confronti. I motivi sono più d’uno, e non ho alcuna intenzione di riesumarli. Ammetto che nel tempo l’antipatia è lentamente scomparsa, non incrociandolo più, mentre la disistima si è confermata ad abundantiam. Oggi, però, da sportivo che sono sempre stato, devo rivalutarlo.

Dopo essere stato capace, certo non da solo ma con la conduzione di un vero e proprio genio, di fondare un’apparente assurdità come il Movimento 5 Stelle raccogliendo una quantità di consensi che non avrei mai pronosticato; dopo essere sopravvissuto a shakespeariani “slings and arrows of outrageous fortune” (Amleto, atto 3°, scena 1°), eccolo ora protagonista di qualcosa che, a prima vista, potrebbe apparire la manifestazione psicodrammatica di un disperato, e che, invece, potrebbe tramutarsi in un successo epocale: il ragioniere ha fondato una religione. Pizza e fichi? Tutt’altro: si tratta della Chiesa dell’Altrove.

Che roba è? Non saprei rispondere. Non sono abbastanza scafato né abbastanza intelligente per potere azzardare una risposta. Io non ho fiuto e, ingenuamente, non riesco a convincermi che, facendo forse erroneamente d’ogni erba un fascio, la gente è di fatto come tentò invano d’insegnarmi Grillo stesso. Tutto quanto posso dire è che provo grande ammirazione verso il personaggio di multiforme ingegno come l’Ulisse omerico, capace di trasformarsi, novello Proteo, da venditore di pantaloni a comico, a uomo politico e, ora, a fondatore di una religione in cui s’incarna come primo pontefice massimo.

Ora, se ci fosse chi volesse sostenere la mia candidatura, potrei propormi come vescovo.

Io conosco diverse canzoni bolognesi, e sono anche intonato. Se mi si affidasse la diocesi di Bologna...

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