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La rinascita e il perdono

il blog di stefano Feb 15, 2022

Lo capirebbe chiunque, anche il ministro Speranza, se avesse a fianco qualcuno munito della pazienza per spiegarglielo: la sperimentazione sul prodotto chiamato “vaccino” è palesemente fallita. Israele, lo stabulario su cui la violenza si è esercitata con maggiore efficacia, lo ha dimostrato senza possibilità di smentita: nella migliore delle ipotesi quel liquido non funziona. Nella peggiore, è dannoso. Di quelle che saranno le conseguenze a lungo termine delle inoculazioni non sappiamo nulla, e dovremo aspettare qualche anno, ma quello che abbiamo a disposizione oggi basta abbondantemente.

Abbastanza rapidamente, i popoli che hanno conservato una dignità si stanno affrancando dalla più ignobile schiavitù che abbia insozzato l’umanità. Ma da noi?

L’italiano è un popolo che certo non è apprezzato a livello storico per quanto riguarda la dignità. L’Italia è un paese in cui esiste solo la prima persona singolare. L’Italia è il paese dove si dà credito a chi strilla più forte, a patto che sia un imbecille. L’Italia coccola gli sceriffi d’accatto che strepitano quando scorgono qualcuno che si abbassa la grottesca mascherina per respirare almeno per un attimo aria che non sia il proprio rifiuto. L’Italia è il paese dove c’è chi viaggia in auto da solo “protetto” dalla maschera. L’Italia è il paese dove si resta per ore in fila per fare da cavia, magari con i propri figli, a beneficio di... di chi? L’Italia è il paese in cui ci si prodiga per insegnare nozioni che nulla hanno a che fare con le conoscenze scientifiche, e dove viene chiamata scienza qualcosa che nemmeno i vecchi autori di Carosello avrebbero avuto la faccia tosta di reclamizzare. L’Italia è il paese dei “costituzionalisti” jukebox, che cantano la canzone scelta con la monetina infilata da qualcuno nella feritoia. L’Italia resta uno degli ultimi baluardi impegnati nella difesa di chi, con l’arroganza dei presuntuosi, ha preteso di sfidare la Natura. Per questo, nel momento più cupo della guerra, l’Italia rischia di diventare una specie di tonnara dove nessun colpo sarà risparmiato, perché chi quella guerra la sta inesorabilmente perdendo, né poteva essere altrimenti, tenta una difesa disperata e senza regole.

Quando una squadra sportiva perde partita dopo partita, tradizione vuole che si cambi allenatore. In quel frangente, il galateo impone che il tecnico uscente sia ringraziato insieme con il suo gruppo e accompagnato alla porta con tutti gli onori del caso. Perché l’Italia non dovrebbe fare altrettanto con una classe politica che ha perso, una dopo l’altra, tutte le partite? Un pubblico ringraziamento e si parte con un allenatore nuovo e con un altrettanto nuovo gruppo. Nonostante tutto, di superstiti ce ne sono ancora e non sarà impossibile allestire una squadra capace di ripartire.

La pulizia sarà indispensabile, ma non si cada in tentazione: la pulizia dovrà essere dolce e senza che anche una sola goccia di sangue esca dalle vene, perché di violenza ne abbiamo già vista abbastanza. L’Ordine dei medici andrà chiuso senza che a nessuno tra coloro che, a qualunque titolo, hanno agito come è stato sbandierato da loro stessi abbiano fatto sia torto un capello. Lo stesso trattamento sia riservato ai magistrati distratti e alle forze dell’ordine. E non siano da meno le conseguenze per i “giornalisti” senza coltura e senza morale, comprese le ragazzotte starnazzanti di ogni età, dalla bocca gonfia di silicone e dal cervello ad alto vuoto. Insomma, nessuno si macchi del delitto mortificante della vendetta, trascinato dall’eccitazione e dalla smania di ricambiare con pari moneta chi ha inflitto tanto dolore. Non sia mai: noi (e stavolta la prima persona è plurale) siamo fatti di un’altra pasta, e il nostro perdono sia la vendetta. E poi, a parte tutto, vendicarsi senza dolcezza sarebbe fatica sprecata perché non è mai stata battuta una “pari moneta” né mai potrà esserlo, e nessun sangue potrebbe mai lavare il male che abbiamo subito. La nostra grandezza è il perdono che regaleremo a quelli che, in fondo, altro non sono se non poveri infelici.

E adesso, cari signori del regime più squallido e feroce della storia dell’umanità, fate di me ciò che avete voglia di fare da anni. Sappiate che a me non importa nulla di ciò che farete a me come avete già fatto a tanti altri, così come non m’importa nulla di voi, delle vostre ridicole menzogne, delle violenze dei vostri tirannelli di periferia, del teppismo e delle fandonie dei vostri scagnozzi, dei vostri galoppini, dei vostri tirapiedi, dei vostri portaborse, dei vostri “pentiti” semianalfabeti. Accompagnati dal mio disprezzo e dalla mia pietà, per quello che questi due sentimenti contano, voi state sprofondando nel più vergognoso abisso della storia. Quando la cultura e la morale torneranno in cattedra, voi sarete presi ad esempio del loro contrario. Che cosa vi sarete portati appresso?

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