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Bisognano almanacchi?

il blog di stefano Dec 31, 2021

“Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?”

Credo che mi accada senza volerlo: alla scadenza di ogni anno, puntuale, mi ritorna ogni volta in mente Giacomo Leopardi e il suo Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere”. Roba vecchia. Roba saggiamente cancellata dalle scuole al passo con i tempi. Roba di cui non parla la TV, e, se non ne parla la TV… Roba, in fondo, nemmeno tanto originale per la quale non si perde più tempo. “Che pacchia governare un popolo d’ignoranti!” pare esclamasse lo statista Adolf Hitler stabilendo un caposaldo a modello della politica corrente.

Chissà perché, da sempre ci s’illude che il 1° gennaio arrivi la svolta e tutti i mali del mondo trovino una soluzione felice. E poi? E poi ci si sveglia il 1° gennaio per accorgersi che quello altro non è se non il giorno che segue il 31 dicembre.

C’è davvero qualcuno che crede che il 2022 sarà un anno senza Speranza? Un anno senza incubi popolati di Draghi mostruosi? Un anno in cui gnometti calvi, canterini e Bassetti abbandoneranno un palcoscenico agognato senza successo per anni e finalmente raggiunto? C’è davvero chi immagina che la Repubblica italiana godrà di un nuovo presidente con le caratteristiche idealizzate da Platone? E qualcuno può credere che i medici sventoleranno orgogliosi e compatti il Giuramento d’Ippocrate cui promisero fedeltà? E c’è chi pensa seriamente che chi la fedeltà la giurò alla Costituzione per quella sia “pronto alla morte” come, peraltro in modo a dir poco generico, cantano i non eccelsi versi di Goffredo Mameli? E, infine, mi domando se ci sia mai qualcuno che ritenga ciò che è accaduto ad Alessandro Gulinati una patologia guaribile senza un tributo pesantissimo di dolore (https://www.byoblu.com/2021/12/30/ricorda-fatto-storico-perquisito-accusato/.)

Sapete tutti che non sarà così. Sapete tutti che la situazione si aggraverà come è regola della drammaturgia tragica prima del precipizio dell’ultimo atto. Sapete tutti che sono proprio le vittime designate per il massacro ad essere le più fide alleate dei massacratori, trasformate con pragmatico cinismo in automi e nei più spietati e più spendibili dei sicari.

Per quanto mi riguarda, io non posso altro che esortarvi ad essere pronti. Siate pronti a subire angherie ad ogni gradino più mortificanti e, quel che è più atroce, siate pronti a che le angherie le subiscano i vostri figli. La strategia del terrore, infallibile da sempre, del resto, sta funzionando alla perfezione, e saranno proprio i vostri figli, quelli che oggi sono bambini, ad esserne i più irrimediabilmente rovinati. Quelli non matureranno mai, restando, fino alla morte come conclusione foscolianamente illacrimata di una vita da incompiuti, privati della caratteristica che distingue l’Uomo (l’ho scritto con la u maiuscola) da tutti gli altri animali: la libertà. Di più: quelli resteranno convinti che la libertà non sia un diritto naturale inalienabile ma una graziosa concessione che discende dall’alto, e questo in cambio dell’asservimento, cioè della sua negazione. E per salvaguardare questo orrore le vittime saranno disposte a qualunque bassezza. Più della rapina dei beni, più del furto della salute, più di tutte le miserabili miserie che stanno deformando le nostre vite trasformandole in un incubo senza risveglio, ecco, a mio parere qual è il delitto più efferato della dittatura globale che sta soffocando il genere umano: la spogliazione della dignità.

È inutile sciorinare prove: i ciechi non vedono e i decerebrati non ragionano. E occhi e cervelli sono finiti tra i bottini di guerra. Ma, in fondo, è così che funziona la “democrazia”: a suon di numeri. E se i numeri non ci sono, basta fare in modo che i numeri arrivino. Menzogna e, quando la menzogna non basta, violenza. Siamo pratici!: che importa come ci si arriva? Il fine giustifica i mezzi e, come disse Fauci, si mente per un fine nobile. Il resto è la sua inevitabile conseguenza.

Ne usciremo? Sì, e non ci sono dubbi. Ne usciremo perché, nella loro arroganza d’ignoranti, truculenta e ridicola a un tempo, i nuovi dittatori, giù fino all’ultimo fantaccino volontario, si sono schierati contro le leggi della Natura, e la Natura di loro se ne infischia bellamente. Quindi, la loro sconfitta è una sentenza passata naturalmente in giudicato. La domanda ovvia è: “Quando?” Già: quando? A quando l’esecuzione della sentenza? La mia opinione è che ci sarà ancora parecchio da soffrire ed è improbabile che io, ormai vecchio, arrivi a vedere il ritorno alla vita. Ma, che io ci sia o no, il sole risorgerà perché l’alba non si può fermare per sete di potere, per bulimia di denaro, né la si può fermare per decreto.

Intanto, per quanto possano valere, accontentatevi dei miei auguri per il 2022. “Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?”

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